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ABITARE SOCIALE E ABITARE SOCIEVOLE

Una delle competenze dell'ente comunale è quella di fornire servizi di social housing, ovvero abitare sociale. Questi servizi sono indirizzati a quelle fasce sociali in emergenza abitativa che non hanno le condizioni economiche per affrontare il problema con mezzi propri ai prezzi di mercato. In questo modo, però, il più delle volte si affronta solo l'aspetto residenziale e non quello esistenziale. Il cohousing si propone invece come una soluzione di abitare socievole, ovvero una scelta consapevole di privati cittadini che desiderano vivere in modo solidale e si scelgono come vicini, decidendo di acquistare casa insieme.

Inoltre, questa comunità può essere aperta e accogliente verso la società più vasta, collaborando con le associazioni e gli enti attivi sul territorio. In questo modo, si esercita una doppia azione di contrasto del disagio sociale: in primis, perché all'interno della comunità di coabitanti si determina una condizione di mutua assistenza e di armonia tale che nessuno debba più sentirsi solo; in secondo luogo, perché la comunità di coabitanti può diventare una risorsa per il territorio, offrendo accoglienza, promuovendo iniziative di buon vicinato, organizzando attività di mutuo aiuto. Questa funzione sociale del cohousing è stata recentemente riconosciuta dal Comune di Torino attraverso un Protocollo d'intesa che l'ente comunale ha sottoscritto con l'associazione CoAbitare, ma che potrà essere applicato a qualsiasi associazione di promozione del cohousing che si riconosca nei suoi principi guida.

Il protocollo definisce le caratteristiche che contraddistinguono un progetto di cohousing, elenca le possibili funzioni sociali che esso può svolgere e individua i modi in cui l'amministrazione comunale può intervenire per sostenerlo.

Tra le possibili funzioni sociali di una comunità di cohousing vengono citate: la disponibilità di locali utilizzabili per iniziative aperte al territorio, la disponibilità di alloggi o camere in affitto per soggetti bisognosi di accoglienza, l'organizzazione di attività di volontariato rivolte alla cittadinanza, l'organizzazione di iniziative quali: gruppi di acquisto solidali, banca del tempo, micronido...

A sua volta, l'ente comunale potrà sostenere la nascita di nuovi progetti di cohousing mettendo a disposizione i servizi di cui dispone: divulgazione delle iniziative dell'associazione, locali per fare incontrare i gruppi di cohousing in formazione, consulenze sulle normative edilizie, agevolazioni burocratiche. Interventi e azioni specifiche potranno essere concordati caso per caso.

Siamo consapevoli del momento di grave crisi finanziaria che la pubblica amministrazione stra attraversando, quindi non ci aspettiamo che possano essere messi in campo significativi finanziamenti pubblici a sostegno di progetti di cohousing. Tuttavia, il protocollo d'intesa costituisce un segnale di interesse dell'ente comunale per questo modello abitativo e una disponibilità a discutere con l'associazione CoAbitare o con qualsiasi altro gruppo di persone interessate al cohousing, per individuare insieme gli strumenti per promuovere e sostenere le comunità di abitanti socievoli. Il protocollo riconosce quindi il valore sociale dell'impegno civile, di quella cittadinanza attiva che non si dispone passivamente in attesa di servizi, ma che si mette a disposizione in prima persona per migliorare il vivere collettivo.

CoAbitare intende proporre simili protocolli d'intesa anche ad altri Comuni della cintura torinese e della Provincia, aprendosi a proposte e sperimentazioni di collaborazione che potranno presentarsi.

Ecco il testo del protocollo d'intesa firmato il 17 ottobre 2013, con una breve descrizione dell'associazione e delle riflessioni che stanno alla base della sottoscrizione del protocollo.

 
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